Papa Francesco ha scritto: “
Dio è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati. Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato ”.
La Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia dal titolo“Misericordiae vultus” si compone di 25 numeri. Papa Francesco ha descritto i tratti più salienti della misericordia ponendo anzitutto il tema alla luce del volto di Cristo. La misericordia non è una parola astratta, ma un volto da riconoscere, contemplare e servire. La Bolla si snoda in chiave trinitaria (nn. 6-9) e si estende nel descrivere la Chiesa come segno credibile di misericordia: “L’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia” (n. 10).
Papa Francesco indica le tappe salienti del Giubileo. L’ apertura coincide con il 50° anniversario della chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II: “La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano percepito forte, come un vero soffio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensibile. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo” (n. 4). La conclusione avverrà “nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, il 20 novembre 2016. In quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia. Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro” (n. 5).
Una peculiarità di questo Anno Santo consiste nel fatto che non sarà celebrato solo a Roma ma anche in tutte le altre diocesi del mondo. La Porta Santa sarà aperta dal Papa a S. Pietro l’8 dicembre e la domenica successiva in tutte le Chiese del mondo. Un’altra novità è che il Papa concede la possibilità di aprire la Porta Santa anche nei Santuari, dove tanti pellegrini si recano in preghiera.
Papa Francesco, recupera l’insegnamento di s. Giovanni XXIII che parlava della “medicina della Misericordia” e di Paolo VI che identificava la spiritualità del Vaticano II con quella del Samaritano. La Bolla spiega, inoltre, alcuni aspetti salienti del Giubileo: anzitutto il motto “Misericordiosi come il Padre”, poi il senso del pellegrinaggio e soprattutto l’ esigenza del perdono . Il tema particolare che sta a cuore al Papa è espresso al n. 15: le opere di misericordia corporale e spirituale dovranno essere riprese per “risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre di più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina”. Un’altra indicazione è offerta per la Quaresima con l’invio dei “Missionari della Misericordia” (n. 18). Un’iniziativa nuova e originale con la quale il Papa intende evidenziare più concretamente la sua cura pastorale. Il Papa affronta ai nn. 20-21 il tema del rapporto tra giustizia e misericordia, mostrando di non fermarsi a una visione legalista, ma di voler puntare su un percorso che sfocia nell’amore misericordioso.
Il n. 19 è un forte richiamo contro la violenza organizzata e contro le persone “fautrici o complici” di corruzione. Parole molto forti con le quali il Papa denuncia questa “piaga putrefatta” e insiste perché in questo Anno Santo vi sia una vera conversione: “Questo è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, anche a crimini gravi, è il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni, della dignità, degli affetti, della stessa vita. Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è ben altro. Dio non si stanca di tendere la mano. è sempre disposto ad ascoltare, e anch’io lo sono, come i miei fratelli vescovi e sacerdoti. è sufficiente solo accogliere l’invito alla conversione e sottoporsi alla giustizia, mentre la Chiesa offre la misericordia” (n. 19).
Il richiamo all’ Indulgenza come tema tradizionale del Giubileo è espresso al n. 22. Un ultimo aspetto originale è offerto da Papa Francesco riguardo alla misericordia come tema comune a Ebrei e Musulmani: “Questo Anno Giubilare vissuto nella misericordia possa favorire l’incontro con queste religioni e con le altre nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione” (n. 23).
Il desiderio del Papa è che questo Anno, vissuto anche nella condivisione della misericordia divina, possa diventare un’occasione per “vivere nella vita di ogni giorno la misericordia che da sempre il Padre estende verso di noi. In questo Giubileo lasciamoci sorprendere da Dio. Lui non si stanca mai di spalancare la porta del suo cuore per ripetere che ci ama e vuole condividere con noi la sua vita. […] In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta: «Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre» ( Sal 25,6)” (n. 25).